La Pagelle del Gran Premio di Cina

Voti al Weekend di Shanghai

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    NICO ROSBERG 7+
    Della serie “bene, bravo, 7+”. Questo weekend in Cina ha trovato davvero una strada spianata verso la terza vittoria di quest’anno, al sabato, quando è venuta meno la lotta per la Pole con il compagno di squadra, e la domenica, quando dal secondo giro in avanti ha avuto sempre strada libera. Questo grande vantaggio, insieme a tutto ciò che è successo alle sue spalle gli hanno dato la chance di accumulare un vantaggio abissale sui piloti che inseguivano. Un weekend da “ti piace vincere facile?”.

    SEBASTIAN VETTEL 9
    Dopo un sabato un po’ sottotono con qualche errore di troppo, si presenta sulla griglia alla domenica con tanta voglia di fare bene, ma soprattutto con tanta voglia di vincere. I sogni di gloria, però, svaniscono ben presto alla prima curva, quando, avendo staccato troppo lungo, si infila al suo interno Kvyat, imprigionandolo in un sandwich che come risultato finale vede il peggiore tra tutti quelli immaginabili: il contatto tra le due rosse. Seb si ritrova nono con l’ala danneggiata, ma scende ancora di più nella classifica dopo l’entrata della safety car. Dalla quattordicesima posizione deve rimontare con il coltello tra i denti, in una rincorsa che ha dello spettacolare. Alla fine ha la meglio anche su Kvyat e chiude la gara al secondo posto.

    DANIIL KVYAT 9
    “Queste sono le corse, Seb, se tu mi lasci una porta aperta io entro”. E come biasimarlo: alla prima curva, l’ultima cosa da fare è lasciare degli spiragli agli avversari. Daniil appena vede lo spazio si butta come un pesce nel sorpasso delle due Ferrari. Gli va di lusso, di fatto, di uscirne illeso. Inaspettatamente in terza posizione cerca di inseguire il Leader, ma dopo l’ingresso della Safety Car si ritrova dietro un gruppetto di vetture che non hanno ancora pittato. Con grande determinazione si libera velocemente delle letture più lente e si rimette a caccia di Rosberg, purtroppo ormai lontano. Nelle battute finali cede il secondo posto a Vettel a causa di una scelta di gomme forse eccessivamente conservativa. Ciò nonostante coglie il suo secondo podio in carriera, un risultato davvero sorprendente per tutto il Team.

    DANIEL RICCIARDO 9
    Se il terzo quarto posto consecutivo può essere visto come una grande soddisfazione in casa RedBull, questa domenica ha decisamente un sapore amaro per il pilota Australiano. La foratura al secondo giro ha condizionato tutta la sua gara, regalando a noi a casa molte emozioni in più, ma siamo sicuri anche qualche rimpianto al diretto interessato. La sua rimonta è stata lenta ma inesorabile, e decisamente spettacolare al momento di sorpassare Hamilton e Massa, con delle mosse … alla Ricciardo! L’artista del sorpasso è tornato ad interpretare il ruolo che più gli si addice.

    KIMI RAIKKONEN 8
    Che sfortuna il contatto alla prima curva, tanto per cambiare, che lo spedisce dritto dritto in fondo al gruppo. Gara da ricostruire da zero dopo pochi secondi, ma fortunatamente il buon finlandese non si arrende, e dopo una parte centrale di gara un po’ dormiente – è anche vero che montava gomme medie – ecco che è nel finale che Kimi da il meglio di sé. Mentre Massa e Hamilton tergiversano in un duello alla pari, lui con gomme soft arriva al galoppo da dietro e li passa entrambi in nonchalance, portandosi sotto la bandiera a scacchi in quinta posizione.

    FELIPE MASSA 7.5
    Il brasiliano viaggia per tutta la gara nel gruppetto di testa, senza essere partecipe di tanti sorpassi. Solamente nel finale si deve difendere dal ritorno di Hamilton e Ricciardo. Il primo riesce a bloccarlo alle sue spalle, ma non può nulla contro l’australiano che per altro è su gomme soft, mentre la sua Williams monta coperture medie. Riesce a salvare la faccia al suo team, che rispetto all’anno scorso si riconferma ancora una volta in netto calo.

    LEWIS HAMILTON 6.5
    Si potrebbe pensare che un po’ di quella fortuna dello scorso anno – perché ammettiamolo l’ha avuta – la stia pagando in questo avvio di stagione. Quando un weekend è no, allora è no forte. Parte in ultima posizione per un problema all’ERS durante la Q1 del sabato. Alla prima curva la Sauber di Ericsson gli danneggia il muso ed è costretto a fermarsi subito ai box, lì dove sbagliano anche a montargli le gomme. La sua remuntada è resa sempre più difficile, e nemmeno lui sembra crederci più. Sorpassa a destra e a manca, vetture palesemente più lente della Mercedes, ma non si tira indietro in duello anche più agguerriti. In tutto ciò, però, non riesce a risalire più in alto del settimo posto finale, magra consolazione nel vedere Nico ancora una volta sul gradino più alto.

    MAX VERSTAPPEN 7
    Gara in sordina per l’arrembante olandese, che questa volta ha causato un po’ meno infarti del solito al suo muretto. Anche lui ha dovuto rimontare dal fondo dopo l’ingresso della Safety Car pian piano rosicchiando posizioni poco alla volta. Continua comunque ad arrivare nella zona punti, il chè è sempre un ottimo risultato per un pilota giovane come lui, ma soprattutto riesce anche a stare davanti al suo compagno di squadra.

    CARLOS SAINZ JR. 6.5
    Anche lo spagnolo lotta per buona parte della gara in mezzo al gruppo, riuscendo ad avere la meglio su molti piloti. Nell’ultimo tratto di gara, insieme al suo giovane compagno, riescono anche a conquistare una posizione ai danni della Williams di Bottas in crisi di gomme. Ottava e nona posizione per i due della Tororosso che portano il loro team a meno un punto dalla forte Haas.

    VALTTERI BOTTAS 5
    Alla partenza perde posizioni rimanendo bloccato nell’ingorgo causato dall’incidente delle due Ferrari ed è chiamato ad una piccola rimonta. Con le gomme soft il suo passo non è male, tanto che gli permette di rimanere competitivo in zona punti. L’ultimo stint su gomme medie, però, risulta fatale per la sua Williams, che comincia a soffrire di perdita di aderenza. Proprio nei giri finali, infatti, si gioca l’ottavo posto con i due piloti della Tororosso ed è costretto a cedere loro il passo, con grande suo disappunto e di tutto il team.

    SERGIO PEREZ 5
    Dopo una partenza fulminea in cui dopo poche curve entrambe le Force india erano nelle prime posizioni, in particolare Sergio terzo, la Safety Car ha giocato decisamente a sfavore del messicano, che ai box è stato passato da diverse vetture, e da quel punto è un po’ mancato il passo gara per rimanere lì in alto. Infatti nel finale ha subito la rimonta di diverse auto, perdendo proprio agli ultimi giri un risultato nella top 10.

    FERNANDO ALONSO 6
    Un sei, se vogliamo dirla tutta, più per la voglia di tornare subito in macchina nonostante le microfratture alle costole piuttosto che per il risultato. Infatto l’unico punto raccolto dalla McLaren in questa stagione anche dopo questa domenica rimane quello segnato sulla casella di Stoffel Vandoorne. Ad Alonso è mancato il passo gara per rimanere nei primi dieci, lì dove c’era arrivato un po’ per fortuna dopo l’ingresso della Safety Car. Unica nota positiva del weekend è avere ridotto a zero i problemi di affidabilità, almeno per questo appuntamento.

    JENSON BUTTON 5
    Un risultato deludente il tredicesimo posto per l’inglese. Dopo avere scalato la classifica in partenza, viene ostacolato a Hulkenberg in pit lane e per questo perde alcune posizioni. Allo stop tenta l’azzardo delle gomme medie, ma la sua vettura fa una magra figura sui 5,4 kilometri del circuito di Shanghai. L’idea era infatti quella di andare fino alla fine, ma data la scarsa competitività dal muretto hanno deciso di fermarlo una seconda volta per rimontare le gomme soft, nel tentativo di rimontare qualche posizione. Alla fine riesce a rimediare ben poco, chiudendo ampiamente fuori dalla zona punti.

    ESTEBAN GUTIERREZ 6
    È questa volta lui, insieme a Hamilton, il bersaglio della sfortuna. Durane tutte le sessioni la sua macchina ne ha sempre una. Anche in gara il DRS decide di fare sciopero, e possiamo immaginare quanto fosse difficile per lui compiere qualsiasi manovra di sorpasso. Partito dal fondo riesce a recuperare qualche posizione, vedendo il bicchiere mezzo pieno solo dal punto di vista dell’esperienza acquisita dal team. Sempre meglio di niente.

    NICO HULKENBERG 4
    Ci sono certi weekend che bisogna semplicemente dimenticare, lasciarseli, insomma, alle spalle. Partito davvero bene, il tedesco, al momento del Pit occupava la quinta posizione, ma al momento del rientro ai box ha dovuto attendere che il team finisse lo stop del proprio compagno di squadra, e per questo ha perso tante posizioni in classifica e ha rimediato una penalità di cinque secondi. Rientrato in pista, la sua vettura ha sofferto di un alto degrado delle gomme dovuto al continuo battagliare nel mezzo del gruppo. In questo modo Hulk non è riuscito a trovare il passo per stare lì a lottare per i punti, ed ha chiuso lontano dalle posizioni che di solito gli si addicono.

    MARCUSS ERICSSON 6
    La Sauber trova nello Svedese il suo pivot, il pilota più – se ce lo consentite – competitivo. Ericsson e il suo ingegnere al muretto hanno voluto tentare qualcosa di diverso in termini di strategia per provare a stravolgere una gara segnata fin da subito dalla consapevolezza di non poter competere gran chè. Così hanno deciso di affrontare la parte che rimaneva della corsa dopo il rientro della Safety con due stint di soft, per cercare di colmare il margine in termini di passo gara con le altre vetture. In questo caso la scelta non ha funzionato visto il risultato finale, ma è comunque apprezzabile il tentativo.

    KEVIN MAGNUSSEN 5
    Monotonia è la parola chiave del pilota Renault. Poca azione nei primi giri e poi solo costantemente tra le ultime posizioni. Gli unici sorpassi effettuati solamente grazie alla strategia e non in pista. Certo la Renault non ha fatto vedere una grande competitività in questo inizio di stagione, ma a quanto detto dallo stesso Magnussen, i tecnici e gli ingegneri sanno dove migliorare.

    PASCAL WEHRLEIN 6
    A tratti si è vista una Manor in quarta posizione. E dite ma no dai era lì perché l’hanno già doppiata. No signori, nel caos generale, ve ne sarete accorti perché difficilmente sfuggiva questo dettaglio, Wehrlein ha viaggiato in quarta posizione. Ovviamente questo momento di illuminazione divina è durato ben poco dopo il rientro della Safety Car, e il tedesco ha pian piano cominciato a perdere posizioni, come era umanamente pensabile – va bene i miracoli ma non esageriamo – per una vettura del genere. A questo giro nessuno si è ritirato e qualcuno deve occupare le ultime posizioni, e purtroppo tocca sempre ai soliti.

    ROMAIN GROSJEAN 4
    Arriva il primo passo falso per la prima guida della Haas. Il Francese ha festeggiato il suo compleanno con una delle sue peggiori gare. Protagonista anche di un contatto al via con la Sauber di Ericsson, Romain poteva avere la chance di ribaltare la corsa all’ingresso della Safety Car, tuttavia la vettura a suo dire era bilanciata malissimo e a tratti inguidabile. Alla fine chiede anche ai suoi ingegneri se può ritirarsi ma questi gli rispondono picche, quasi come “hai voluto la bicicletta…”

    FELIPE NASR 5
    Al primo giro viene messo ko dal contatto con Raikkonen e Hamilton, fora l’anteriore destra e rompe il musetto, ed è così costretto a rientrare subito al primo giro ai Box. Da lì in avanti non riesce più a rimontare posizioni chiudendo diciannovesimo.

    RIO HARYANTO 5
    In apertura di gara combatte con le Sauber e le Haas, successivamente non riesce a trovare il passo per stare nei loro scarichi. L’unica soddisfazione sarà infatti quella di tenere alle spalle il rookie Jolyon Palmer.

    JOLYON PALMER 4
    Niente sorpassi, niente passo gara e alto consumo delle gomme. In Cina vano in scena i 33 canti dell’inferno per Palmer, il quale, ne siamo certi, sarà stato davvero sollevato di passare sotto la bandiera a scacchi e di andarsi a bere un buon thè (visto che siamo in Cina…).
     
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