Salvataggio banche, il governo studia come aiutare i piccoli risparmiatori

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    Salvataggio banche, il governo studia come aiutare i piccoli risparmiatori

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    Una “misura umanitaria”. Così Pier Carlo Padoan definisce i possibili interventi a favore dei piccoli risparmiatori che hanno perso tutto (o quasi) dopo il decreto Salva Banche e il salvataggio di quattro banche (Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti e Cassa Ferrara). Ancora non sono state definite le modalità, ma il ministro è stato chiaro: bisogna trovare un modo per aiutare “le fasce deboli dei risparmiatori” senza che questo possa diventare un problema più grande, ossia che intervenga l’UE o che si crei un precedente pericoloso per il mercato obbligazionista o tra i settori di investimento.

    La questione è assai spinosa. Le azioni delle quattro banche salvate sono state azzerate per il loro fallimento e questo ha portato centinaia di persone sull’orlo del lastrico. Sono circa 130mila i correntisti, riuniti nel collettivo “vittima del Salva Banche” che hanno perso i risparmi custoditi in azioni e obbligazioni delle banche sopraddette. Questo ha portato nei giorni scorsi a una vera e propria fuga dei correntisti verso altri istituti. In un comunicato, il collettivo ha ricordato che tutti i correntisti coinvolti “sono stati spinti – in maniera obbligata ed inconsapevole – ad acquistare obbligazioni subordinate, vendute dagli stessi dipendenti delle 4 banche, come titoli sicuri e con tassi di interesse bassi, quindi che non presupponevano alcun speculazione e rischio“.

    La Consob, autorità di vigilanza sui mercati finanziaria, sta attuando le verifiche del caso. Il presidente Giuseppe Vegas ha chiarito che i risparmiatori “erano informati” dei rischi che correvano, visto l’esistenza da oltre dieci anni di un avviso “sull’alto contenuto di rischio” per i sottoscrittori. Il caos che si è generato ha però convinto l’autorità a vederci più a fondo, anche in mancanza di segnalazioni particolari, come ha chiarito Vegas.

    Il dubbio che i dipendenti delle banche abbiano approfittato della scarsa conoscenza del settore da parte dei piccoli risparmiatori c’è, così come il danno reale.

    Da qui la scelta del Governo di intervenire. È quella “misura umanitaria” di cui ha parlato Padoan ai giornalisti al termine dell’Ecofin. Il Ministro ha chiarito che, qualsiasi cosa decida l’esecutivo, “non ha nulla a che vedere con l’operazione finanziaria in quanto tale”. Questo perché “la Commissione europea potrebbe avere delle obiezioni se tale operazione fosse considerata parte della risoluzione, ma non lo è, si tratta di due cose separate”.

    Il rischio che si possa violare la normativa europea sugli aiuti di Stato e la libera circolazione dei capitali è alto, così come creare un precedente che sia discriminatorio rispetto ad altri interventi del passato.

    Al momento, le soluzioni in esame passano da un Fondo di 100 milioni di euro, partecipato dalle 4 banche o con partecipazione pubblica, che permetterebbe un rimborso del 30% dell’esposizione dei piccoli obbligazionisti, gli unici interessati ai provvedimenti. Si pensa anche alla possibilità di dare un credito d’imposta da far valere come compensazione negli anni successivi. Entro fine settimana, assicura Padoan, saranno chiarite le mosse del governo: solo allora, i piccoli risparmiatori sapranno quale sarà il destino delle loro finanze.
     
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