Governo Letta cade: le conseguenze economiche per il Paese

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    Governo Letta cade: le conseguenze economiche per il Paese


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    Il Governo Letta cade? E’ una domanda che in molti in queste ore si fanno, data la crisi dell’esecutivo di larghe intese, in seguito alle dimissioni dei ministri del PdL. La crisi di Governo avrà sicuramente delle conseguenze economiche per il Paese. Il non poter contare su degli accordi stabili sta già facendo sentire i suoi effetti, a partire dall’aumento dell’Iva ormai inevitabile. Ma non si tratta soltanto di tale questione, perché ci sono anche altri risvolti economici che non bisogna sottovalutare. Anche l’economia potrebbe rimanere in trappola a causa di una situazione di instabilità politica.


    Con la crisi del Governo Letta vengono a mancare dei presupposti fondamentali, che avrebbero dovuto essere considerati i pilastri, per aiutare il Paese ad uscire dalla crisi economica. Se cade il Governo, ci ritroveremo a pagare 9,4 miliardi di euro di tasse in più. Di questi, 7,2 miliardi ricadrebbero sulle famiglie (4,42 miliardi per l’Imu e 2,8 miliardi per l’Iva). E’ stato calcolato che ogni nucleo familiare andrebbe a spendere 280 euro in più in tasse. 2,2 miliardi è la cifra complessiva per l’aumento delle tasse che dovranno sostenere le imprese, in caso di caduta del Governo Letta.

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    IVA – E’ ormai difficile credere che un Governo in preda alla crisi riesca a trovare, entro martedì prossimo, la possibilità di varare un provvedimento che possa evitare l’aumento dell’Iva dal 21% al 22%. Ci sarà, quindi, un rincaro nei prezzi, a partire dall’1 ottobre, che di certo metterà ancora di più le mani nelle tasche degli italiani. Si sapeva che sarebbe stato difficile trovare un accordo sull’Iva, ma non si pensava che tutto ciò potesse rappresentare anche la goccia che fa traboccare il vaso.

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    IMU – Il Governo è riuscito ad evitare il pagamento di una rata dell’Imu. Per il resto il tutto sarebbe stato discusso successivamente, ma non si è fatto in tempo. L’ulteriore cancellazione dell’Imu avrebbe comportato un risparmio per i nostri connazionali di 2,4 miliardi. Adesso ci si potrebbe ritrovare a pagare l’Imu il 16 dicembre. Visto che il decreto non è stato ancora convertito in legge, verrebbero a mancare anche le coperture previste per compensare l’allentamento della pressione fiscale di giugno.
    SANATORIA SUI GIOCHI – La questione dell’Iva influenza anche la sanatoria sui giochi. Da questo settore erano attesi 600 milioni di euro, ma a questo punto bisognerà trovarli con altre misure di bilancio. Tutto questo non fa che aggravare la situazione, complicando le condizioni in atto, visto che il deficit è già fuori. D’altronde la manovra che avrebbe dovuto riportarlo entro il 3% del Pil è saltata insieme al decreto relativo all’Iva.

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    LEGGE DI STABILITA’ – La legge di stabilità, che il Governo Letta doveva presentare entro il 15 ottobre, avrebbe rappresentato lo strumento essenziale per il taglio del cuneo fiscale, per la riforma dell’Imu e della Tares e per la revisione delle aliquote Iva. Adesso è difficile lavorare serenamente per presentare la manovra sulla finanza pubblica e, quindi, allo stesso tempo, risulta complicato trovare una copertura finanziaria adeguata, per fare in modo che non si corrano grossi rischi per i conti pubblici nel 2014.

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