Punteggiatura (Segni Dinterpunzione)

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    6,984
    Reputation
    +38

    Status
    Anonymous
    PUNTEGGIATURA (SEGNI D'INTERPUNZIONE)

    I segni d'interpunzione si adoperano per indicare le varie pause del discorso e per renderlo più chiaro e colorito.
    Essi sono: la virgola, il punto e virgola, i due punti, il punto (o "punto fermo"), il punto interrogativo, il punto esclamativo, i puntini sospensivi (o "punti sospensivi"), le virgolette, la lineetta, la parentesi, il tratto d'unione.

    La virgola (,) indica la pausa più breve fra due parole o fra due proposizioni. Allo scopo di evitare un suo uso troppo parsimonioso o eccessivamente abbondante, si tengano presenti alcune regole.
    La virgola si adopera:
    per separare un vocativo (?): ragazzi, siate buoni;
    nelle enumerazioni, dinanzi a ogni termine che non sia unito agli altri con una congiunzione (?), oppure quando le congiunzioni sono ripetute a ogni termine : ad esempio, Il panorama era bello, suggestivo, nuovo; Ieri in piazza vidi te, tuo padre, tua madre e tuo fratello; e corre, e si precipita, e vola;
    nelle apposizioni (?), negli incisi, nelle interiezioni (?): ad esempio, Roma, capitale d'Italia, è città antichissima; Il sole splende, nel vespero, con minor fiamma; Oh, potessi scrivere così bene!;
    dopo alcuni avverbi (?), quando hanno valore di un'intera proposizione (?): Sì, ho una buona speranza; No, non posso venire; Bene, verrò presto a trovarti;
    nelle proposizioni in cui non si ripeta il verbo già espresso in una frase precedente: le fortezze furono smantellate; le città, distrutte; le campagne, devastate;
    davanti a sebbene, affinché, che consecutivo, se condizionale, ma, però, anzi e nelle proposizioni correlative: è bravo, ma poco socievole; gridò tanto, che perse la voce;
    per dividere le proposizioni coordinate per asindeto (?): ad esempio, Venne, vide, vinse; Espose le sue idee, criticò i nostri progetti e se ne andò;
    per distinguere le varie proposizioni che compongono il periodo (?): Ho visto, mentre partivo, che arrivava tuo padre, ma non gli ho detto nulla, perché avevo fretta.




    La virgola si omette:
    a) quando sono usate le congiunzioni (?) e, o, ovvero, né, tranne quando si vogliono ottenere effetti speciali con più frequenti pause nel discorso: ad esempio Né il denaro né la promessa di una brillante carriera possono corrompermi. Qui a Milano, o nel suo scellerato palazzo, o in capo al mondo, o a casa del diavolo, lo troverò(Manzoni);
    b) quando la proposizione subordinata svolge la funzione di soggetto o di complemento oggetto, salvo che sia invertito l'ordine naturale: ad esempio, Era chiaro che volevano il mio voto; Che volevano il mio voto, era chiaro.

    Il punto e virgola (;) indica una pausa più lunga della virgola e serve a separare due parti di uno stesso periodo o per segnare che tra due ordini di circostanze c'è una differenza o addirittura un'opposizione: ad esempio, Quando vidi che tutti mi fissavano, mi colse l'imbarazzo; tuttavia non mi persi di coraggio e risposi.

    I due punti (:) si adoperano:
    a) per introdurre una frase esplicativa: L'anima dell'astuto è come la serpe: liscia, lucente, lubrica e fredda (Tommaseo);
    b) quando si riportano parole o discorsi altrui. In questo caso, i due punti sono seguiti da una lineetta o da virgolette e dall'iniziale maiuscola: ad esempio, Il sapiente Socrate ebbe a dire: "Questo solamente io so, di non saper nulla".
    c) quando segue un elenco, una enumerazione: ad esempio, Le proposizioni subordinate possono essere di vario tipo: interrogative, oggettive, finali, ecc.

    Il punto fermo (.) segna la pausa più lunga e si adopera alla fine di un periodo: E' mia vecchia abitudine dare udienza, ogni domenica mattina, ai personaggi delle mie future novelle (Pirandello).
    Il punto si pone anche al termine delle abbreviazioni (ecc., part., sm., avv.) o tra le lettere di una sigla (O.N.U., C.G.I.L.) e - in questo caso - l'ultimo punto non è seguito da lettera maiuscola.

    Il punto interrogativo (?) segna una frase interrogativa diretta (?). Se l'interrogazione è indiretta (?) non si pone il punto interrogativo: ad esempio, Cosa dice?; Dimmi cosa dice; Dimmi: Cosa dice?. Il terzo esempio indica una interrogazione diretta, dipendente da un verbo asseverativo (?).
    Se il punto interrogativo chiude un periodo, la parola seguente si scrive con la maiuscola; se invece si succedono più interrogazioni, dopo ogni punto interrogativo potrà seguire la lettera minuscola: ad esempio, Dove sei stato? Ti ho cercato tutto il giorno; Chi è stato? chi ha rotto il vetro?.
    Il punto interrogativo si scrive dopo gli incisi racchiusi entro parentesi, mentre si omette talora dopo gli incisi racchiusi tra due virgole: ad esempio, Il capo non sapeva (e chi avrebbe dovuto dirglielo?) che alcuni avevano tradito; Un giorno, chi sa, potremo incontrarci ancora.
    Il punto interrogativo si pone anche tra parentesi dopo una frase o una parola, specie di altro autore, per indicare ironia o incredulità: ad esempio, Il professor (?) Alessi sostiene il contrario.

    Il punto esclamativo (!) si pone alla fine di una frase per esprimere stupore, meraviglia, dolore ovvero uno stato d'animo eccitato: Com'era bello!; Chi l'avrebbe sperato!
    Si pone anche nel mezzo della frase creando una pausa qualitativa: Quando ti vidi, ahime!, mi sentii mancare.
    Il punto esclamativo si pone anche tra parentesi dopo una frase o una parola riferite da altro autore, quasi come lapidario commento: La nostra proposta fu giudicata "paradossale" (!).

    Il punto misto (!?), formato dal segno esclamativo e da quello interrogativo, esprime sorpresa, meraviglia, incredulità: ad esempio, Ha mentito. Possibile!? La parola seguente si scrive con la maiuscola.

    I puntini sospensivi (...) indicano una interruzione del discorso, una pausa eloquente, una reticenza: Cominciò: se io... ma non finì; Non vorrei che...; Se posso... Se non le dispiace... (Pirandello); A buon intenditor...
    I puntini di sospensione si usano:
    1) per preparare il lettore a una metafora ardita: ad esempio, Direi quasi che cantava... in punta di piedi;
    2) per invitare il lettore a trarre le sue conclusioni al termine di un racconto o di un articolo;
    3) all'inizio e alla fine di una citazione, al posto di quanto precede o di quanto segue: "...mi ritrovai per una selva oscura..."
    4) alla fine di una serie per indicare che la serie stessa continua: Primo, secondo, terzo...
    Dopo i puntini si usa la maiuscola solo se essi indicano la fine di un periodo.

    Le virgolette (<<...>> oppure "...") servono a racchiudere un discorso diretto, a mettere in rilievo una parola o un elemento della frase, oppure a introdurre una citazione: "In che posso ubbidirla?" disse don Rodrigo, piantandosi in piedi in mezzo alla sala (Manzoni). Considera che la parola "piano" può avere più significati. Cesare disse: "Il dado è tratto".

    La lineetta (-) sostituisce spesso le virgolette, specialmente nei dialoghi: Carlo disse: - Dove vai? - E Giorgio rispose: - Vado a trovare un amico.

    La parentesi tonda ( ) serve a racchiudere parole o proposizioni che non hanno una relazione necessaria con il resto del discorso. La parentesi è duplice: una di apertura e una di chiusura: ad esempio, Luigi (chi lo direbbe?) è stato promosso senza esame.

    Il trattino o tratto d'unione (-) serve a indicare al termine di una riga che la parola è spezzata e che continua nella riga seguente. Viene anche usato per congiungere i termini di parole composte: ad esempio l'accademia scientifico-letteraria, il confine italo-austriaco.

    L'asterisco (*) può servire come richiamo per le annotazioni a piè di pagina. Se l'asterisco viene ripetuto per tre volte, sostituisce un nome proprio di luogo o di persona che non si sa o che si vuole tacere : Il padre Cristoforo da *** era un uomo più vicino ai sessanta che ai cinquant'anni (Manzoni).

    La partentesi [( )]quadra chiude parole estranee al testo, aggiunte per chiarimento : Quel grande [Petrarca] alla cui fama è angusto il mondo, per cui Laura ebbe in terra onor celesti (Alfieri).

    Oggi si tende a diradare i segni d'interpunzione e anche ad abolirli del tutto, talvolta per eccesso di raffinatezza, ma spesso per ignoranza.
    La punteggiatura (e ogni altro segno grafico di pausa) è comunque un elemento soggettivo, il cui uso dipende dall'intuizione, dalla carica emotiva, dalle predilezioni stilistiche dipendenti non solo dal mondo interiore dell'autore, ma anche dalle condizioni storiche del fatto espressivo.
     
    Top
    .
0 replies since 20/10/2011, 13:37   11 views
  Share  
.