Epic Mickey - La Leggendaria Sfida di Topolino

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    Disney Interactive non è sinonimo automatico di qualità video ludica, e gran parte del pubblico non ha mostrato grandissimo interesse in fase iniziale verso l’annuncio di questo progetto legato a una società non pienamente nelle corde dell’universo nerdistico in senso stretto. Warren Spector però sì, e non poco, visto il curriculum di tutto rispetto che si porta dietro, tra Thief e Deus Ex, cioè due delle saghe maggiormente apprezzate dalla critica per quel che concerne il portfolio di produzioni occidentali del settore (rispettivamente 92% e 90% su Metacritics).

    Trailer



    L’incontro inusuale e inaspettato tra queste due realtà così distanti e differenti fino a quel momento fu capace di creare aspettative e curiosità attorno al progetto, che vide in Topolino il punto di incontro di due universi immaginari potenti ma indipendenti.

    L’icona del famoso personaggio divenne invece di punto in bianco un campo di confronto, che diede i suoi primi frutti sul versante stilistico, con la release di alcuni artwork di gioco spettacolari, per la qualità e la carica visionaria di reinterpretazione del mondo Disneyano sotto l’ottica di Spector: un universo fiabesco, si, ma carico di enfasi distorta, per creare un’ambientazione onirica ma dalle tinte fosche, abbandonate, in rovina, quasi steampunk. Da quel momento l’hype crebbe, con un picco di delusione al rilascio dei primi screen (denotavano una cura tecnica insufficiente e la totale perdita di particolarità stilistiche sopracitate), per fortuna dissolte in gran parte durante l’ottima presentazione all’E3 di Los Angeles lo scorso Giugno.

    Vediamo assieme il risultato finale derivante dall’amalgama di tutti questi elementi.

    Un lento procedere, ma in crescendoIl titolo non inizia in maniera adeguata al suo proseguo. Diciamo infatti sin da subito che le prime fasi di gioco sono un po’ lente, macchinose e spezzate nel ritmo da un tutorial invasivo e subdolo, frammentato e frammentante, fatto di piccole e brevi, ma continue, interruzioni. Che siano esse di vero e proprio tutorial che, con scenette animate, illustra i comandi di gioco piuttosto che di dialoghi a schermo che ci invitano a seguire questa o quest’altra strada per superare ostacoli e missioni, il risultato è la sensazione di non avere il controllo libero del mondo di gioco. Si entra in un’area? Non ci si può spostare più di tanto perché il nostro (insopportabile?) gremlin Gus inizia a illustrare il perché e il percome di questo evento o di questo personaggio. Si inizia a saltare per l’ambiente? Ecco un’altra micro-sequenza animata che espone suggerimenti per l’esplorazione dell’area. Passiamo al contrattacco verso certi nemici? Prontamente parte l’enciclopedia dei Macchiaioli per mettere in mostra punti forti e deboli dei nostri avversari. E così via, per qualunque elemento di gioco nella prima parte verremo spesso e sovente interrotti, senza darci la possibilità di prendere realmente confidenza con nessuno di essi.

    Diciamo addio, in pratica, a quella sensazione di scoperta e meraviglia che molti di noi ricorderanno con affetto e commozione ripensando alle prime fase 3D dell’idraulico baffuto, in quel capolavoro di Super Mario 64. Per fortuna, nostra e del gioco, il titolo piano piano si riprende, diluendo le interferenze di Gus o della regia forzata, permettendoci alla lunga di godere davvero in senso pieno e profondo dello splendido mondo di gioco simil-disneyano messo in scena da Spector. Quando, infatti, l’intrusione del “deus ex” si affievolisce ecco che si ha veramente in mano la possibilità di vivere questo mondo onirico, e da qui ci si riesce a immergere meglio e di più, apprezzando molte cose che in realtà son presenti dall’inizio ma non si riescono a cogliere fino in fondo.

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0 replies since 19/12/2010, 12:30   68 views
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